martedì 20 novembre 2007

vivere lo zen


da Niente di speciale. Vivere lo zen di Charlotte Joko Beck:

In termini più semplici possibile, ci sono due tipi di pratica. Il primo cerca di migliorare se stessi. Accresciamo la nostra energia, ci nutriamo meglio, seguiamo vari sistemi di purificazione, ci sforziamo di avere una mente chiara.

Molti pensano che l'illuminazione sia il prodotto di questi sforzi, ma non è così. [...]Dal punto di vista del secondo tipo di pratica, invece, l'idea di trasformarci in qualcosa di diverso e di migliorare è un controsenso.

Perché? Perché essere così come siamo è perfetto. Ma non ci sentiamo perfetti così come siamo, e di qui la confusione, la scontentezza, la rabbia. L'affermazione che siamo perfetti così come siamo non ha alcun senso per noi.Vediamolo sotto un altro aspetto. Se siamo consapevoli dei nostri pensieri, essi tendono a scomparire.

Non ci può essere consapevolezza del pensiero senza che il pensiero inizi a chiudere bottega, a scomparire. Un pensiero è semplicemente un puntino di energia, ma noi vi sovrapponiamo le nostre credenze condizionate alle quali cerchiamo di stare attaccati.

Se li guardiamo con consapevolezza impersonale, i pensieri scompaiono. Se guardiamo una persona, scompare anche lei? No, resta. Questa è la differenza tra la realtà e la visione illusoria della realtà che alimentiamo vivendo nei pensieri.

Osservate a fondo, una rimane e l'altra scompare. La versione personale della vita si dissolve. Noi vogliamo semplicemente una vita reale, il che è diverso da una vita santa.

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